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Ferrea mole, ferreo cuore

Aiacus

Feudatario
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L'erba pipa prendeva sempre più forma man mano che il vecchio forgiarune la premeva all'interno del fornello del suo antico cimelio. Il giorno si era ormai levato da ore e il silenzio abituale dei monti veniva questa volta spezzato da innumerevoli voci e rumori , rumori appartenenti agli attrezzi che battevano sui picchetti , mentre intanto il campo ,veniva allestito.
Passarono secoli prima che, alle pendici della catena del Jommor, si radunarono nuovamente numerosi avventurieri di ogni tipo , tra cui emergevano alcuni clan nanici come I Magliogrigio, noti in tutta Myr per le loro opere edilizie e la loro sapiente conoscenza nella lavorazione della pietra, guidati da ormai quasi due secoli dal vecchio forgiarune.
D’un tratto, una scintilla, causato da un deciso e fragoroso schiocco di dita. Le erbe trinciate all’interno della pipa, forgiata con legno runico si fecero splendenti di un rosso intenso. Assaporata una buona dose di fumo e aromi, il vecchio Aiacus volse lo sguardo verso nord.



"Stiamo per compiere un'impresa di rilevanza storica non indifferente."


sussurrò tra se e se il vecchio Magliogrigio, accarezzandosi la lunga barba bronzea.
Mentre rovistava e spostava alcune scartoffie poste sul tavolino, dinanzi a lui un nome in particolare appariva con fare ripetitivi… Rhunhold.
La Gemma dei ghiacci, il più antico insediamento nanico di cui vi si era a conoscenza , se non il primo ad essere stato fondato. Secondo le leggende, dovrebbe essere situato a nord e più specificatamente, dalle ricerche condotte da Aiacus, da qualche parte lungo l'immensa Cintura di Rubro.
Del destino della fortezza , abbandonata da secoli se non millenni, non ne abbiamo conoscenza, se non il fatto di essere rimasta desolata e custodita solamente dai gelidi ghiacci. La certezza che rimane però è una: troppo a lungo i clan nanici, che vennero sparpagliati e divisi tra le quattro terre, non poterono risiedere in un luogo degno di essere chiamato casa.
Il ritrovamento di Rhunhold avrebbe significato il ritorno di un retaggio ormai perso nel tempo e i Magliogrigio avrebbero reclamato la loro parte nell'impresa.
Il momento di meditazione del vecchio venne interrotto dall'avvicinarsi di altri membri della spedizione, molte erano le anime che avevano preso parte a questa impresa, nani e non, sconosciuti e vecchi amici.

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TrustNoFrari

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Saloni di coralli e perle, risuonavano dolci trombe, creando un’atmosfera di forza e di pace, interrotta dall’arrivo del messaggio di Aiacus: silenzio mentre leggevo a tutti il suo contenuto, la mia risposta non ha avuto alcuna esitazione, sarei partito anche io verso la Cintura di Rubro nella Regione di Myr alla ricerca della Gemma dei ghiacci, Rhunhold.


“Dalla notte,
come il cielo, riflesso nelle profonde acque di Halis mia patria,
come il volo, libero moto della volontà davanti alle sfide che rendono viva la vita,
come favilla, che sa illuminare, forgiare e bruciare,
come simbolo di ferrea lealtà nei confronti dei propri compagni,
ti porgo i miei saluti e offro il mio aiuto.”



Riusciranno a ritrovare l’antico insediamento?
Ritroveranno se stessi e l’unione che tanto li fece prosperare?
Da umano penso sia normale farsi queste domande,
ma rivedere ancora una volta la robusta caparbietà nanica,
mi fa sorridere e cambiare d’umore.

Arrivato nel luogo con tutti gli altri e scambiati gli ossequi, si decise di iniziare insieme un nuovo viaggio.
 

Kegard

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Il messaggio dai Magliogrigio arrivò in tutta la terra di Neos, ed era indirizzata anche ai Sannur, il clan nanico del deserto di Ameros.
Il nostro capo clan mi incaricò di reclutare nani volenterosi di aiutare alla riconquista della leggendaria Rhunhold. In fretta e furia corsi a tutte le taverne della zona, insistetti con più nani che potei, fino a racimolare una decina di avventurieri, curiosi, più che volenterosi.
Così salpammo via mare, fino a toccare terra nel Golfo di Gobrul.

Il paesaggio era irriverente, ricolmo di monti, folte pinete e abeti a perdita d’occhio.
I miei stivali non erano adatti a quel paesaggio, sprofondarono immediatamente nella neve, provocandomi un certo fastidio, nel dovermi trascinare nella neve alta fino alla cintura, usando il mio bastone, adatto a ben altri scopi che non questo.

“Non vedevo la neve dall’ultima volta che nevico ad Ameros” borbottò Gindur, un vecchio nano cartografo.
Il resto della compagnia fu sbigottita da tale affermazione.
“Solo un incanto runico di Kegard può far nevicare ad Ameros” rispose Balis, un avvenente nano con la barba brizzolata.
“Questa volta servirà ben di più che un mio incanto per trovar quel che cerchiamo” ribattei.

Poche ore dopo alle pendici di uno dei monti della Catena di Jommor trovammo il resto della spedizione.
“Eccoli, stanno allestendo il campo, forza andate ad aiutare, io farò rapporto ai Magliogrigio”
Udendo la mia compagnia borbottare ancora per il freddo mi avvicinai alla tenda di Aiacus, lo avevo già incontrato in qualche concilio nanico, ma era sempre circondato da capiclan che richiedevano i servizi dei Magliogrigio.
Mi indicò una tenda vicino alla sua in cui riposare, mentre la sua erba pipa scoppiettava sempre più, sembrava volesse dire qualcosa, ma si interruppe, e dopo un cenno andò via.
"Ad un anno da adesso siederemo tutti nella dimora nanica più grande, possente e antica conosciuta alle anime di questa Terra" o almeno questo era quello che trascrissi sul mio diario quella sera...
 
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Feudatario
Era notte ed ero seduto sull’albero di prua, vi era un silenzio tremendo, se per silenzio vogliamo intendere il rumore delle onde interrotto qua e là dalle cantilene stonate dei marinai ubriachi, ma tutto sommato non era neanche male. Con gli occhi fissi sul cielo notturno sfiorai la spessa lente di fluorite che mi copriva l’occhio destro pensando a che non riuscirei mai a vedere il cielo senza di essa. Mi persi così tanto a fissare a vuoto il cielo che sembrò come se iniziasse a parlarmi, come se ogni astro avesse mille voci che raccontavano di storie, di vite passate e futuri a venire. Dopo qualche ora, decisi di scendere dall’albero, andai sottocoperta e chiusi gli occhi. Non sognai nulla quella notte, non ci riuscivo quando ero lontano da casa.
All'alba la nave attraccò sulle coste di Myr e tutto divenne più freddo.




Al posto della dolce brezza della notte ora soffiava un vento gelido e tagliente, accompagnato da una luce fredda e velata che filtrava tra la foschia accecandomi. Per quanto mi sforzassi di fare un passo avanti la bufera mi costringeva ad arretrare, ma ormai ero lì ed ero consapevole che le uniche due scelte erano morire lì o andare avanti. Dunque, con il freddo che mi attanagliava ancora le gambe, mi scrollai di dosso la fatica e, in poche ore, arrivai d’innanzi agli altri candidati di quella nobile impresa. Al mio arrivo ricevetti un caloroso benvenuto e, dopo le dovute presentazioni tra tutti i volontari e i clan dei Nani, mi ritrovai seduto con tutti loro a conversare, bere, mangiare... E in poco tempo il sole, che ormai brillava come un grande rubino all’orizzonte, iniziò a coricarsi.



Dopo quell’estenuante viaggio durato giorni, ora che finalmente avevo tempo di stare da solo, appoggiai il mio equipaggiamento nella tenda di Nereida, dove il Lord mi aveva gentilmente ospitato, e mi sedetti alla scrivania. Mi perdevo con lo sguardo tra gli stravaganti ricami della tenda, cercando di fare mente locale di quello che era accaduto nelle ultime settimane. Prima la fuga da casa, poi il viaggio interminabile e adesso mi trovavo qua, a prendere parte alla spedizione più grande e importante degli ultimi secoli. Al pensiero di come la mia vita fosse cambiata così tanto in così poco tempo, un brivido mi percorse la schiena.

La stanchezza stava pian piano prendendo il meglio di me, ma il cielo era limpido quella sera e la luce delle stelle che filtrava nella tenda mi invitava a riempire ancora una volta quel diario, che ormai era diventato il mio fedele compagno di avventure. Tuttavia, quando iniziai a scrivere su quelle pagine vuote, sentii qualcun’altro entrare nella tenda. Qualcuno che concluse quella allegra serata in un modo alquanto inaspettato.
 
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